La mia Terra: Calabria Mon Amour

« Patisco d'amor patrio, soffro di sentimentalità per il glorioso nostro passato, mi cruccio dell'abbandono in cui siamo caduti e tenuti... e specialmente cerco di far apparire nobile, grande e bella la nostra Calabria, anche quando è giustamente accusata. »
 
(Francesco Jerace, 1909)

Itinerario sospeso tra immagini, leggende e realtà Calabresi.

Ed ora vi porto con me,in un itinerario fatto di immagini, di leggende e di realtà,in questa bellissima Terra che vanta un patrimonio costiero enorme.

Una terra che ha la grande fortuna di essere lambita su entrambi i versanti costieri da due mari; il Mar Tirreno e il Mar Ionio,dove uno accoglie l'alba e l'altro rapisce il giorno, in tramonti  mozzafiato che calano sul mare.

Comprende le province di Catanzaro (capoluogo) Cosenza (la mia provincia) Crotone, Vibo Valentia  e Reggio Calabria.

Racchiude l'incanto di Tre Isole meravigliose, l' Isola di Dino di fronte la cittadina di Praia a Mare, l'Isola di Cirella, di fronte Cirella, frazione di Diamante e l'Isola de Le Castella, sul litorale Jonico Crotonese...

Lungomare di Diamante
Lungomare di Diamante
La riviera dei Cedri, veduta dall'alto
La riviera dei Cedri, veduta dall'alto
Cetraro,il porto.
Cetraro,il porto.
Paola
Paola

Stanchi? Riposiamoci un pò..prima di entrare in un luogo magico e mistico.

La città di Paola e il Santuario di San Francesco

IL Santuario
IL Santuario
La nuova Chiesa del Santuario
La nuova Chiesa del Santuario
Gli alloggi dei frati minori
Gli alloggi dei frati minori
La Cella dove pregava e digiunava il Santo
La Cella dove pregava e digiunava il Santo
La statua in bronzo di San Francesco
La statua in bronzo di San Francesco
Colombini sul piazzale del Santuario
Colombini sul piazzale del Santuario
La Fornace con la Statua di San Francesco
La Fornace con la Statua di San Francesco
la stradina che porta al ponte del diavolo
la stradina che porta al ponte del diavolo
Ordigno militare caduto sul Convento  e non scoppiò per miracolo del Santo
Ordigno militare caduto sul Convento e non scoppiò per miracolo del Santo

Ed ora...Andiamo ad ammirare questi splendidi tramonti sul mare di Paola

Il porticciolo di San Lucido al tramonto
Il porticciolo di San Lucido al tramonto

Proseguiamo il nostro itinerario...dalla Riviera dei Cedri alla Costa Viola.

Scilla..Vi assicuro che le foto non le rendono merito.
Scilla..Vi assicuro che le foto non le rendono merito.

La Scilla dell'Odissea


Echi di saghe omeriche emergono dalle profondità dello Stretto di Messina, regno di Scilla, la dolce ninfa segretamente innamorata di Glauco, l'amante di Circe, e che la maga per vendetta trasformò in un mostro marino con sei teste e dodici gambe. La leggenda vuole che dimori sotto il promontorio di Scilla, da cui uscirebbe di tanto in tanto scatenando spaventose tempeste e terrorizzando i naviganti che possono solo sperare nell'intervento di Glauco, trasformatosi in un tritone marino per amore della ninfa, che emerge a placare i venti ogni volta che infuria la tempesta.

Costa viola, vista da Scilla,con Bagnara e Palmi
Costa viola, vista da Scilla,con Bagnara e Palmi

La Fata Morgana


Se in una calda giornata estiva, passeggiando sullo splendido lungomare reggino che D'Annunzio definì "il più bel chilometro d'Italia", vi capitasse di vedere paesi e palazzi della costa siciliana deformarsi e specchiarsi tra cielo e mare, vicini a tal punto da distinguerne gli abitanti, non dovete impressionarvi. Siete solo vittime di un incantesimo. E' la Fata Morgana, un fenomeno ottico simile a un miraggio che si può osservare dalla costa calabra quando aria e mare sono immobili. La leggenda racconta che anche Ruggero I d'Altavilla fu incantato dal sortilegio. Per indurlo a conquistare la Sicilia, con un colpo di bacchetta magica la Fata Morgana gliela fece apparire così vicina da poterla toccare con mano. Ma il re normanno, sdegnato, rifiutò di prendere l'isola con l'inganno. E così, senza l'aiuto della Fata, impiegò trent'anni per conquistarla.

Lungomare Reggino
Lungomare Reggino
Costa Viola di notte
Costa Viola di notte

L' oracolo di Capo Vaticano

Se oggi i naviganti possono prevedere ed evitare la furia di Scilla grazie alle moderne apparecchiature meteorologiche, in passato non potevano far altro che interpellare l'oracolo di Capo Vaticano, tappa obbligata per tutte le navi che discendevano la Costa tirrenica. Egli era infatti l'unico in grado di predire se le condizioni del mare fossero più o meno favorevoli alla traversata. E il nome stesso del Capo deriverebbe da vaticinium, ossia predizione, oracolo, e non, come si potrebbe pensare, dallo Stato Pontificio del Vaticano.

 

 

Le Castella, sul litorale jonico
Le Castella, sul litorale jonico

Ed ora..Sull'altro versante,dai Mari ai laghi di Sibari

Sibari e la sua eleganza

Fu la più splendida delle colonie greche, celebre per il lusso e la dissolutezza dei suoi abitanti, al punto che ancora oggi chi si abbandona a una vita di piaceri viene definito un "sibarita". Ma sarà poi vero che vestivano abiti di un'eleganza senza pari, tessevano l'oro, trascorrevano le notti in festini e dormivano su giacigli di petali di rose? Forse sono esagerazioni, ma è certo che questo popolo fosse così amante del bello e dell'armonia da aver bandito ogni forma di violenza. I sibariti e la loro leggendaria città furono cancellati dalla faccia della terra in un paio di mesi per mano dei crotoniati guidati da Milone, che per completare l'opera, su consiglio di Pitagora, arrivarono addirittura a deviare il corso del Crati. Di tanto splendore non restano che le storie fantastiche di uno stile di vita inarrivabile e, naturalmente, le rovine della città. Niente di spettacolare, in verità, visto che solo una piccola parte è stata riportata alla luce: resti di abitazioni in località Parco del Cavallo e di un santuario dedicato ad Athena nei pressi della stazione, dove sorge anche il Museo della Sibaritide.

 

 

In Sila.

Lago Cecita
Lago Cecita
Nel Parco Nazionale della Sila
Nel Parco Nazionale della Sila
Visto che meraviglia...
Visto che meraviglia...
La funivia in inverno,sullo sfondo il lago innevato
La funivia in inverno,sullo sfondo il lago innevato

La mia nobile Cosenza.

Cosenza e il suo tesoro

Anche la nobile Cosenza custodisce una leggenda, legata al passaggio dei goti nel remoto 410. Parla di un re-condottiero, Alarico, realmente esistito e morto di malaria alle porte della città, e del suo inestimabile tesoro di cui si favoleggia da secoli e che mai nessuno è riuscito a trovare. L'uno e l'altro sarebbero sepolti nel letto del Busento, fatto deviare dai barbari per non lasciare la tomba del loro re in balia delle orde di miserabili assetati di vendetta che seguivano l'esercito a distanza. A ricordo dell'episodio, a metà tra storia e leggenda, resta il ponte di Alarico, sospeso sul fiume tra le chiese di S. Domenico e di S. Francesco da Paola, nel punto esatto, si dice, in cui giacerebbe il tesoro, ma finora ogni ricerca è stata vana.

In giro per le strade della mia città: Cosenza

Corso Mazzini
Corso Mazzini
Piazza Europa
Piazza Europa
Piazzale Loreto
Piazzale Loreto
Via Caloprese e le sue luminarie
Via Caloprese e le sue luminarie
IL centro storico di Cosenza
IL centro storico di Cosenza
IL centro storico di notte
IL centro storico di notte